Mi nutro dell’assenza
mi nutro nell’assenza
-assenza io stessa-
i giorni si rincorrono.
Mi appartiene,
questa assenza,
senza volto nè corpo
come il sole
e la notte
-lievi i loro veli
abbracciano la storia.
Dolore ancestrale
mai sopito
quasi irriducibile
silente
come brace perennemente viva
-quando affiora, dilania
e brucia.
Città deserta, all’alba. Chi giace, ha solo un corpo; il volto coperto.
http://www.mudec.it/ita/frida-kahlo-mostra-mudec-milano/
a due grandi donne
Frida Kahlo
Alda Merini
il cui dolore fisico e psichico non ha piegato
il talento, la passione per la vita e la creatività
donandoci emozionanti creature-creazioni
splendida mostra al MUDEC di Milano
Dipana l’amore
fili aggrovigliati
in un ricamo cesellato
morbido al tatto
ma indossabile.
Riavvolge nel fuso
la materia
assapora l’odore
del baco da seta
del manto di pecora
della canapa grezza.
Libera il dolore
frantumato
nell’infinita natura.
Ho visto lacrime
dense di anni
affacciarsi o precipitare
su visi
solcati da rughe profonde.
Lacrime di commozione
per una musica
per un cielo azzurro
per il cinguettio di uccelli
per il volo di fenicotteri rosa
per il verde rinnovato
per un ippocastano fiorito
per il profumo dei fiori di tiglio.
Lacrime di commozione
per un amore
– festeggia
innumerevoli primavere;
un amore che insiste
nonostante i tanti anni
la rabbia
la distanza
il figlio mai venuto
la malattia
-travisa i ricordi
sconvolge ogni cosa
ma preserva viva
la tenerezza
scolpita nell’unione
nelle mani
-si cercano, l’un l’altra
una l’avvolge
e accarezza il corpo stanco
malato
nel sonno ristoratore.