20 maggio 2018
Mi nutro dell’assenza
mi nutro nell’assenza
-assenza io stessa-
i giorni si rincorrono.
Mi appartiene,
questa assenza,
senza volto nè corpo
come il sole
e la notte
-lievi i loro veli
abbracciano la storia.
Dolore ancestrale
mai sopito
quasi irriducibile
silente
come brace perennemente viva
-quando affiora, dilania
e brucia.
Città deserta, all’alba. Chi giace, ha solo un corpo; il volto coperto.
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