in uscita nei prossimi giorni….
grazie a Rosella per l’acquerello di copertina, grazie a Marta per la prefazione
buona lettura!!!
Pensando a te, a noi, mamma
la mano è andata oltre il pensiero
che intendeva scrivere:
relazione di cura fra me e te.
Ma la penna ha vergato
relazione di cuore.
Ho sorriso
accogliendo la grande verità
dentro la nostra storia:
cura piena di cuore.
Continua il sorriso
a illuminarmi dentro
insieme alla tua
discreta presenza.
In questo vuoto
che occlude –
nel vuoto di parole
e nelle parole vuote, vane –
un calore
apre fragili canali
scioglie spazio e tempo
unisce primo e
ultimo respiro –
unico soffio.
Soffio di cura.
La mano – per prima accarezzò
la tua lattea pelle
la mano – provocò desiderio
nel tuo corpo in attesa
la mano – cinse le tue spalle
scosse da lacrime e risa
la mano – scivolò sulle tue ferite
e le fece sue.
Mano di cura.
Una voce:
tacque davanti a te-
una voce:
si modulò in ninna nanna-
una voce:
come un canto,
ti protesse dall’ansia-
una voce:
poetando aprì vortici di bellezza-
una voce:
silenziosa accolse il tuo dolore
il tuo urlo
il tuo pianto.
Voce di cura.
Gli occhi, chiuderli;
le gambe, andarsene;
la mente, spengersi un momento;
il cuore, prendere distanza:
non più ascoltare
non più sentire
non più vedere
non più soffrire
nella cura di te.
Riavvolgere il nastro.
Un film, solo un film.
Da rivedere a piacimento.
Oppure no.
Stanca di cura.
http://www.laborcare.it/misc/pdf/editoriale_20
dedicato alla/al care giver…
buona lettura!
fotografia di Herbert List dal blog http://www.alessandrasarchi.it/storie_di_corpi/
Con il corpo
parli di un dolore
che non può più
essere taciuto
e cerca casa.
Accoglilo, liberalo
liberando te stessa.
Liberati anche del dolore
che non è tuo,
neanche come persona
-donna-madre-compagna.
Abbi cura di te.
Semplicemente
prenditi cura di te,
solo di te,
per ora,
finchè il tempo
lo addomesticherà
e lo abiterà
nell’antro piumato
del tuo cuore.