Attesa:
tempo che si dilata
fino allo spasimo
di un cuore
-batte più veloce-
incongruenza di uno spazio
abitato da velocità diverse
tese verso uno stesso punto.
L’ultima sottile
luminosa rima lunare
poggia dolcemente
sul sole nascente
-assorbe l’intima luce
prima di obliarsi
e prepararsi al nuovo ciclo.
Quel giorno
Mercurio
sbattendo le sue piccole ali
ai piedi
scese su di te
ti sollevò
abbracciandoti.
Eri già eterea
leggera,
ci avevi ormai salutato,
rimaneva il tuo guscio.
Poi anche quello svanì,
nelle sue ceneri
-riposano adagiate
nel grembo materno.
Sei tornata là
da dove sei venuta.
Con amore.
Riuscirò ancora
a sussurrare amore
ora che il tempo
ha steso il suo
velo doloroso
sulle parole e sulle stelle
…….
un soffio eolico
e voce e luce e senso
saranno ancora.
Passi lenti
misurati
avvicinano le anime.
Tempo, un tempo
incommensurabile
le attende
-saranno ancora affiancate
sullo stesso passo.
Verrà quel tempo.
Ora è il tempo
dell’attesa.
Breve attesa.
Arriva il tempo
in cui il dolore
non può più essere narrato
-nessun orecchio
lo vuole ormai ascoltare
nessuna mano
lo vuole stringere
nessun corpo
lo vuole abbracciare.
Diventa un segreto
anzi
il segreto
tra me e te
inconfessato per sempre
nel mai più.
Incastonato
in un profondo recesso
troverà dimora
dentro di me
per non ferire altri
diamante senza più luce.
Faticosa la leggerezza
emerge
faticoso il cammino.
Ma necessario.