Ci vuole tempo
per lasciar andare
-sedimentare
sentimenti ricordi pensieri
pacificarsi con sè stessi
con il passato
con ciò che è stato.
Finché la calma del vuoto
lascerà spazio al nuovo
in un tenero
luminoso abbraccio.
L’ultimo tempo
sarà il tempo del ringraziamento
per il dono ricevuto
ed accolto.
Con amore
nell’amore.
Ci sono filamenti di tempo
-onde che tornano
talvolta sommergono
impigliati in alghe
profonde limacciose-
in cui la tua assenza
si palesa a me
con una richiesta
che preme dalle viscere
sale agli occhi
annebbia la vista
oscura la voce.
Il tuo perdono
-che si rinnovi,
il tuo perdono-
ancora
e ancora
e ancora
infinitamente ancora.
Per averti
appena sfiorata
-lieve calda carezza-
com- presa
accolta.
Per il perderci
nei rumori quotidiani
annientando
il soffermarmi
ad ascoltare
il soffio del tuo cuore
sanguinante
l’alito della tua anima
dolente.
Ancora oggi
perdono
con tutta
l’amorevole rabbia
vivente.
Lasciar andare.
Un tempo
le parole
la voce
la presenza
vibravano fin
nelle cellule più nascoste.
Da tempo non è più.
Non è tempo
per le emozioni,
le nostre.
Un tempo
ormai lontano
ci siamo incamminati
in strade nuove
diverse.
Lasciar andare
nel silenzioso
reciproco rispetto
il nostro tempo,
nuovo tempo
abbraccia ora
le singole vite.
fotografia di Herbert List dal blog http://www.alessandrasarchi.it/storie_di_corpi/
Con il corpo
parli di un dolore
che non può più
essere taciuto
e cerca casa.
Accoglilo, liberalo
liberando te stessa.
Liberati anche del dolore
che non è tuo,
neanche come persona
-donna-madre-compagna.
Abbi cura di te.
Semplicemente
prenditi cura di te,
solo di te,
per ora,
finchè il tempo
lo addomesticherà
e lo abiterà
nell’antro piumato
del tuo cuore.
conto i giorni
le festività i ricordi gli anniversari
ma
i giorni contano me
le attese i tempi
i passi fatti
le molteplicità della muta della pelle
i pensieri plasmati e sfumati
gli sguardi persi e quelli fissati all’orizzonte
i tanti colori attraversati nell’iride
i peli caduti
e di nuovo ricresciuti
le rughe approfondite sul volto
i sorrisi smorzati sulle labbra
le emozioni dense appiccicose
ingombranti
e quelle leggere, liberanti.
Tutto contano i giorni
e sottraggono e sommano
pareggiando i conti
quello che si può sostenere
in equilibrio i giorni
senza tempo.
La mollica di pane
impastata con le dita
briciole di Pollicino
a segnare la strada percorsa,
anche queste contano i giorni
e aggiungono
sulle spalle
i resti del tempo
e dei giorni
a venire.